“Ceramiche: Bargoni, Cerchi, Fiannacca, Sturla.”

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“Ceramiche: Bargoni, Cerchi, Fiannacca, Sturla.”

cat_arensiDi frattura in frattura, di riparazione in riparazione, Fiannacca dispone le sue ceramiche come il chirurgo squarcia e sutura le lacerazioni ; persino in queste si avverte al tatto il sobbalzo della cicatrice, benché la geometria levigata di alcune forma confondano l’intelletto. Se Cerchi monta la pretesa dell’essere vivente, Fiannacca la stringe intorno a poche metafore concise, sagome semplici e narranti; esse parlano di aspetti immediati, di brutalità che seguono la calma placida della maiolica, poi si divaricano dopo essere state sfere compiute però incrinate. Tale incrinatura devasta, Non vi è mai la perfezione, quantunque se ne respiri l’intento; Fiannacca colloca in ogni lavoro un gesto che rompe l’armonia della sagoma, immettendo un ansito di diversa tinta e stampo, tale da rendere il concetto del movimento, la nozione del mutevole e dell’imprevisto. Le sue piastre, i suoi tondi, sono abrasi da una spuma densa, sabbiosa come l’acqua salmastra sulla battigia; altre opere sono gocce lunari o coni eretti per scampoli o graffi; non pressature, ma stimmate, stimmate fondenti.

Seregno agosto 2003
Flavio Arensi

Dal catalogo della mostra “Ceramiche: Bargoni, Cerchi, Fiannacca, Sturla.”Edizioni Studio Centenari Piacenza.